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Fiducia - Leggende delle Montagne Settentrionali


Era stata indetta l'assemblea generale quella notte. Pioveva. Le stelle erano avvolte da una spira di nubi nefaste che fomentavano l'ira mal celata dell'animo dello Jarl. I suoi occhi, bramosi di vendetta, guizzavano più veloci della fiamma del focolare della Casa Lunga, scrutando tutt'intorno ed incrociando, dal primo all'ultimo, quelli dei "fratelli" in attesa del verdetto. Sprizzanti odio ed astio senza alcun remore si impietrirono infine su quelli del prigioniero, il quale cercò vanamente di sostenerli. Nonostante avesse le mani legate e fosse immobilizzato, non riuscì nemmeno a smettere di tremare... Avrebbe ricevuto la più tremenda delle afflizioni.




Come se Thor avesse battezzato lo scadere di quella miserabile vita, un tuono, il più potente mai udito, squarciò lo zelo nella sala.

-Guido questo popolo dai tempi più remoti che si possano immaginare!- La voce dello Jarl era possente. -Siamo fratelli, l'uno per l'altro; non vi sono imposizioni nelle nostre leggi, é data priorità alla felicità ed alla sicurezza!- Una ribollente rabbia lo pervadeva. -Fratelli di vita e di scudo, ditemi, cosa aspetta a chi viola i giuramenti e tradisce!?-

Non aspettavano altro. Dalla prima all'ultima fila l'esclamazione fu ripetuta in un crescendo articolato che distrusse l'ultimo spiraglio di scampo del traditore. Come un verme appeso ad un amo cercò inutilmente di divincolarsi.



-AQUILA DI SANGUE! AQUILA DI SANGUE!! AQUILA DI SANGUE!!!-

Le due guardie più fidate afferrarono il prigioniero per i capelli e lo trascinarono all'esterno. La folla si riversò nella piazza come un fiume in piena.

Lo Jarl brandì la scure e raggiunse i suoi uomini. Si posizionò alle spalle dell'accusato. Le grida e la sete di sangue sovrastarono le gesta degli Dei, i quali, con lampi e tuoni, inneggiavano ciò che sarebbe successo.

-AQUILA DI SANGUE!! AQUILA DI SANGUE!!-

Posizionarono l'uomo su un patibolo e gli legarono gli arti superiori a dei pali disposti ai lati. Lo imbavagliarono, perché se non avesse gridato si sarebbe guadagnato il Valhalla.

Lo Jarl socchiuse gli occhi e parlò sommessamente agli Dei. Poi... fu pronto. Sollevò l'arma e la calò con forza al lato sinistro della spina dorsale. Le ossa che si spezzarono saettarono nell'aria assieme a spruzzi di sangue e carne maciullata. Le corde si tesero in una morsa costante, mentre il prigioniero inarcava la schiena in modo innaturale. Gli occhi gli sembrarono schizzare fuori dalle orbite; sputo' il bavaglio, e gridò così forte che lo avrebbero potuto udire in tutti i mondi collegati dall'Yggdrasil. Le guardie gli si misero faccia a faccia. Lo derisero, aspettavano di poterlo maledire nel momento in cui avrebbe espirato!

Lo Jarl guardò il suo clan sorridendo, con la tunica intrisa di un bagno di sangue fluorescente, poi l'ascia si abbatté anche sul lato destro del costato.

Spinse con forza le mani dentro la schiena e strattonò verso l'esterno la cassa toracica. Quando i polmoni penzolarono dalle spalle, l'Aquila di Sangue si delineò e sembrò prendere vita.

-AQUILA DI SANGUE!! AQUILA.DI SANGUE!!-




Il prigioniero cessò di respirare.

-MHUAHAHAHA!-

Aveva avuto la giusta condanna per le sue azioni, questo spettava a chi tradiva la fiducia dello Jarl.

-AQUILA DI SANGUE!! AQUILA.DI SANGUE!!-

Divenne pasto per i corvi.