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"Galanaya" Leggende de "La foresta incantata"

 


Alcuni racconti narrano la storia di uomini che esplorarono la terra degli Elfi, e questo, fin dagli albori, per via della spietatezza di questi esseri, era proibito.

Il viaggio era iniziato nel mese di Settembre, un sacerdote di Toras aveva radunato un piccolo drappello con l'intenzione di portare il credo nelle terre del meridione. Avrebbero esplorato deserti e paludi alla cerca di comunità sperdute di uomini. L'intento della comitiva era quello di aggirare la catena montuosa che racchiude Le Grandi Pianure, ma un conflitto nelle foreste con la tribù degli Shùra lungo il fiume Dùnge fece cambiare la loro rotta. Senza altre possibilità si inoltrarono nella Foresta Incantata, il territorio degli Elfi.

Decisero allora di tenersi perlomeno al largo dall'entroterra e di raggiungere la costa, cosicché non avrebbero incontrato la tanto temuta razza e raggiunto il meridione valicando le spiagge. Questo era quello che credevano...

Ognuno nel gruppo sentiva il sangue ribollire solo al pensiero di incontrare un Elfo, ed erano scettici sulla scelta della loro guida.

Camminarono per giorni, apparentemente senza incontrare pericoli, ma non potevano immaginare che qualcosa li stesse seguendo. Anche se a breve, l'avrebbero capito...

Raggiunsero la costa, un territorio verde e azzurro meraviglioso. Si stupirono di quanto quella terra fosse rigogliosa, ancor più della loro amata Valle Smeraldo.

Quando fece notte si accamparono sulla costa e celebrarono una messa in onore del loro drago divino.

Nel bel mezzo della celebrazione una figura li raggiunse. Era ammantata di tutto punto e adombrata dall'oscurità. Solo un piccolo dettaglio, delle lunghe orecchie appuntite che sgusciavano fuori dal cappuccio, era ben definito nella sua sagoma. Subito gli uomini sfoderarono le armi ed il sacerdote il tomo delle preghiere.

Il conflitto non durò molto, la potenza elementale della magia elfica fu così forte da sbaragliare l'intero drappello in pochi secondi, ma l'Elfo decise di risparmiare la vita di ognuno di quegli esseri inferiori. Gli Uomini si addormentarono, domi e sconfitti.

Al risveglio nulla fu come prima. La loro vista era appannata, e pure la mente. Non rammentavano né chi fossero né dov'erano diretti, se non per il sacerdote che sapeva di essere un uomo di culto, anche se non sapeva più di quale. Aveva un libro fra le mani, rilegato in pelle scura, avente come copertina l'immagine di un serpente. Si guardarono attorno, erano soli e spaesati. L'Elfo non era più con loro.

Una voce dentro le loro menti parlò. Era sensuale e femminile. "Questa è la vostra casa, Galanaya. Qui sorgerà il tempio di Santax il fecondo, la serpe protettrice delle coste del mondo. Lo adorerete ed egli si prenderà cura di voi. Lo ciberete, di bestie e uomini. Prolificherete e vi moltiplicherete. Vi assicurerete che nessun uomo valichi questo confine di terra santa. Questo voi siete".

Da quel giorno il gruppo perseguì il nuovo scopo, scordandosi completamente di ciò che furono, donando la vita per obbedire alle parole di quella divinità che guidava i loro subconsci.