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IL DIARIO DI BROM - VERSO PIETRARUNICA

 



Valle smeraldo

28-29-30 GENNAIO

scritto da: 

"il generale Brom, primo cacciatore"

La bloody Mary era ancorata al porticciolo, mancavano solo le ultime provviste da caricare e si sarebbe partiti destinazione pietra runica. Questo, per svariati motivi e dopo una lunga votazione, era stato scelto dalla maggioranza. Io ovviamente non ero d'accordo, sarei volentieri andato dai cacciatori alle montagne settentrionali, ma così era stato scelto. Il viaggio in nave come al solito mi metteva in subbuglio, ma era più forte l'adrenalina data dal nostro scopo. Scoprire cosa era alla base dei repentini attacchi subiti negli ultimi tempi.


Il mare era una tavola, l aria fredda, ma ci si poteva crogiolare come lucertole al tepore del sole, che picchiava, fitto, in quel dì ancora invernale.

Mi rintanai nella latrina per parecchio tempo, finché il mio stomaco non fu completamente svuotato, a getti, da quello che era rimasto dalla cena del giorno prima. "Ora va meglio". Solo ora avevo notato che Reddy, la nuova arrivata, aveva utilizzato il nuovo mocio (fatto da capelli di Rubaldo e altri 2 cadaveri) per pulire egregiamente la latrina. Emanava un profumo di alghe inconfondibile. Poteva davvero essere l'erede di gundogan questa ragazza. Presi coraggio e decisi di indirizzarmi sul ponte. Il mare aperto questa volta sembrava un paradiso azzurro, calmo come mai visto prima. Il vento in poppa gonfiava le nostre vele e aiutato dalle correnti calde, ci dirigeva verso la nostra destinazione. Mentre fissavo il mare vidi uno strano pesce nuotare attorno alla bloody Mary, così in un attimo improvvisai. Presi la mia azza, la legai ad una fune e dopo aver preso la mira per alcuni secondi la scagliai in mare. "PRESOOOOO, MI SERVE AIUTOOOO É ENORME QUESTO BASTARDO". Lo estraemmo dall'acqua con l aiuto di gundogan che fortunatamente era lì in quel istante. Era lungo, stranamente peloso per un pesce e soprattutto aveva una proboscide. Decidemmo, dopo averlo fatto visionare a tutti, di chiamarlo: CROTALO FELPATO CON PROBOSCIDE. L'importante in realtà era solo la sua commestibilità, perché del resto, non importava a nessuno. Billi si mise alla griglia, con il solito boccale di birra in mano e la voglia di stupire, mentre il comandante Dng Master se ne stava, con aria fiera e altezzosa, a fissare il mare aperto pensando a chissà quale avvenimento passato o futuro.

"Ragazzi subiremo una variazione di rotta" suonò solenne la voce di dng Master.

Ci fu silenzio. Si poteva udire il rumore della legna che scoppiettava nel barbeque e le onde che si infrangevano sulla Carena della nostra nave. "Andremo all'isola di peak, dalle tre sorelle, megere, streghe.. Chiamatele come vi pare!". Non aggiunse altro se non di cercare maggiori informazioni nel tomo sacro, che avevamo diligentemente portato con noi.

La grigliata fu un gran successo. Nonostante il suo aspetto imbarazzante anche per il più brutto dei pesci, il suo sapore era squisito, lasciava in bocca un sapore di mare e una sensazione di freschezza degna di un piatto sofisticato. La birra scorreva abbondante come sempre e ben presto si fece buio. "Tutti a dormire, domattina saremo a destinazione secondo i piani" e così, uno dopo l'altro ci addormentammo in un sonno profondo cullato dalle onde dell'immenso oceano.

Al risveglio stranamente ancora non si scorgeva terra ferma.. Com'era possibile?? Saremmo dovuti essere nei paraggi Dell'isola. Il panico pervase l'equipaggio, anche perché le provviste non sarebbero bastate un altra luna. Master si accorse, poggiando una mano nelle acque del profondo oceano, che le correnti erano cambiate, facendoci così dirottare e perdere ore e ore di viaggio. Come solo un vero comandante saprebbe fare, iniziò a impartire ordini a destra e a manca "Billi Issa quelle vele!! Più veloce!" "Granc al timone" e tutti, ma proprio tutti, ci ritrovammo con un incarico da eseguire. "Ok ben fatto, ora nel pomeriggio saremo all'isola ragazzi". Questa era per lo meno una buona notizia. Per ammazzare il tempo decise che ci avrebbe insegnato una nuova magia. Anche essa attingeva al famoso "flusso" ma non ci volle dire di cosa si trattasse. Si sedette vicino agli scorpioni come un bambino con in mano il suo giocattolo e iniziò a sparare dardi a ripetizione, contro i poveri cadaveri legati all'albero maestro. Il sangue scuro schizzava ad ogni perforazione sporcando i pavimenti del ponte e i barili adiacenti. Sparò almeno una trentina di munizioni con l'aria divertita e indemoniata, come se avesse riscoperto l'eccitazione che gli mancava da tempo. Ma tutto questo cosa centrava con la magia? Tutto ad un tratto si alzò. Cambiò espressione e si diresse verso i malcapitati. "seguitemi tutti". Arrivammo all'albero maestro. "Osservate questi fori ragazzi". In effetti, una volta rimossi tutti i dardi da quelli che oramai sembravano più dei porcospini che cadaveri, i fori erano parecchio evidenti. "Grudg sarebbe felice di contemplarli meglio! " esclamai in un ghigno a denti stretti. "Qür" pronunciò di tutto punto Dng Master. Nulla sembrava accadere. Gundogan fu il più rapido e si accorse che uno dei fori si stava lentamente cicattrizzando. "Mylord" interagì quest'ultimo "il foro si sta richiudendo" aggiunse, nell'incredulità generale.

Con la solita spavalderia da capitano, Dng Master si limitò ad un sorriso soddisfatto e si allontanò, voltandosi di spalle. Eravamo un ottimo equipaggio, completo e fedele, sapeva che quell'incantesimo di guarigione sarebbe stato provato e riprovato, fino allo sfinimento, da ognuno di noi. Fino a che ognuno di noi l'avrebbe padroneggiato alla perfezione.

E fu così. Passammo ore a rimarginare i fori rimasti su quei cadaveri, fino a quando, finalmente Reddy, con la sua voce e stridula e insopportabile urlò: "TERRÀaAAaaaAaa"

La Bloody Mary rimase ancorata a qualche miglio Marino dalla riva, mentre tutto l'equipaggio si dirigeva sulla costa con le comode scialuppe in dotazione. Io, Brom non persi l'occasione di vogare come un pazzo per mettere in mostra i muscoli, tanto che la piccola scialuppa sembrava impennarsi sotto i colpi di remi tirati ad un ritmo spaventoso. Portammo a terra i cadaveri pieni di cicatrici, che poi sarebbero serviti come sacrificio per le tre sorelle, o almeno era quello che diceva dng Master.

L'isola era di dimensioni ridotte, per esplorarla ci sarebbe bastato meno di un giorno, anche se, nonostante le sue dimensioni, poteva vantare paesaggi completamente diversi.

Dalla piccola spiaggia di sabbia dalla quale eravamo approdati, alle coste rocciose frastagliate, alla fitta boscaglia e la palude melmosa che ci aspettava al suo interno. Per non parlare della dimora delle megere. Era ubicata sulla parte più alta di un vulcano che sembrava segnare il centro esatto dell'isola. Era fatiscente, non emanava per nulla emozioni positive. Le pareti sembravano reggersi l'un altra per miracolo e il tetto non era integro. Ma dovevamo fidarci dell'idea di Botark'Lem. "Dove sono queste vecchie signore, Master? " chiesi. Secondo lui sarebbero dovute arrivare appena approdati, a darci un caldo benvenuto. "Qualcosa non va" disse. "Eyeless butta un occhio e vedi cosa può essere successo". A tutti noi divertivano sempre queste battute sdrammatizzanti sul guercio. Era un modo per stemperare la tensione. "il tempo di portare le provviste e andiamo a cercarle" disse Master. "Io mi faccio un giro a perlustrare la zona, torno presto. Non si sa mai che trovo qualche bestia commestibile" dissi con la voglia di vedere cosa ci fosse nei dintorni. "Fa attenzione Brom" furono le ultime parole che udii prima di allontanarmi nella boscaglia.

L'escursione di per se fu priva di nota se non per un avvenimento.

Mentre stavo perlustrando la costa rocciosa, appena uscito dalla boscaglia, mi sento assalire alle spalle da una scimmia. "Dannazione, cosa ci fa qua una scimmia." Non fu un duello sensazionale. Assolutamente no. Tutto quello che dovetti fare era assestare il mio solito pugno dritto tra gli occhi di quell'assalitore per vederlo stramazzare al suolo inerme. Vederla così stecchita e molliccia al suolo mi ricordò dorothy, una vecchia conoscenza tanto rimpianta da Botark. Pensai di portarla con me per farci uno spezzatino, in onore di quei tempi, ma ripensandoci su, l'idea migliore era quella di far sparire le prove. Almeno per non fare rattristire Master. Sappiamo tutti come è sensibile quell'uomo.

"Uno, due e treeee" pronunciai mentre il mio corpo effettuava una rotazione del Busto quasi completa.

La scimmietta sembrava volare animata da vita propria quando la scagliai, con tutte le mie forze, in mare aperto. "Ora cerchiamo altro cibo" pensai tra me e me ripulendomi le mani sbattendole tra di loro.

Dopo circa due ore tornai dai miei compagni, con in sacchetta soltanto una dozzina di vermi giganti.

"Brom, bentornato c4zzarola, ti stavamo aspettando da un po'" esclamò Master.

"non ho trovato nulla da mangiare, se non questi strani vermi, saranno commestibili? Perché il bosco ne è saturo".

"sono dei jnollfax" disse il chierico. Potete mangiarne quanti ne volete.

Nuovamente Master impartì ordini come una vecchia cornacchia: "BROM RACCOGLINE A BARILI" "RAGAZZI IN MARCIA CHE DOBBIAMO ACCAMPARCI ENTRO SERA" "GUNDOGAN E REDDY VOI PENSATE ALLA LATRINA MOBILE!" "TUTTI GLI ALTRI IN AVAN SCOPERTA CON ME".

E così iniziammo la ricerca delle tre sorelle.

Dng Master controllava che il gruppo rimanesse unito. Nel mentre Billi, Robertfox, Mido e Granc facevano strada a colpi di fendente che falciavano la vegetazione fitta difficile da oltrepassare. Dagomar e io seguivamo il gruppo cercando i jnolfaxx tra le erbe mietute, seguiti soltanto da i due addetti alla latrina che urlavano come sempre fra di loro senza sosta. Eyeless, invece, chiudeva la coda, ridendo su quei due bisbetici che si trovava davanti. Ci fermammo solo per rifocillarci, e fù proprio allora che, guardando il cielo, notai degli uccelli che sorvolavano i nostri crani.

"Sono dei mercoldì Brom, agilissimi e spesso si riuniscono in stormi attaccando le loro prende ancora vive" mi ammonì, prima che potessi domandare qualsiasi cosa.

"Agilissimi dici, eh?! Vediamo.."

Amo le sfide. Estrassi la balestra dallo zaino, e scoccai dei dardi infuocati che quei dannati pennuti schivarono senza nessuna fatica. Sembravano ridere di me, con quel verso stridulo somigliante a quello di tutti gli altri rapaci. Ma forse non stavano per nulla ridendo. Tempo zero sbucarono una quantità indefinita di altri individui che sembravano intenti ad attaccarci.

"sei il solito idiota Brom", "ben fatto, geniale!", "ma perché non ti ha tranciato quelle mani, quel giorno?" furono i commenti più carini che mi porsero i miei compagni.

Solo Botark, con grande eleganza tipica del suo modo d'essere non si agitò.

"guarda come si fà Brom". Pronunciò il nome del fuoco Nell'antica lingua, solo dopo aver aspettato una decina di secondi. "Anf... ora dovrebbero essere apposto" disse con voce tremolante. In effetti i mercoldì caddero tutti in contemporanea, se non per due elementi superstiti che si allontanarono alla velocità della luce.


Dovevo imparare anche io a padroneggiare il flusso.

Come al solito gli elogi a Master non si sprecarono, mentre io passai per il solito casinista. Lo so, un eroe casinista.

Il sole era nel suo punto più basso, pronto a scambiarsi di ruolo con la luna, quando avanti a noi una palude melmosa era ancora da attraversare. E non era l'unico dei problemi. Delle cupe creature, massiccie e inferocite si stavano scagliano ad alta velocità sul nostro gruppo.

"IN GUARDIA!! SONO DEI KROJAX!! MIRATE ALLA TESTAAAAA!!"

Probabilmente non era la prima volta che Botark aveva una colluttazione con questi non morti muscolosi. Billi sembrava un ninjia, con due pugnaletti scintillosi rotolava e sferrava attacchi in velocità. Master e Eyeless combattevano spalla a spalla. Gundogan si mimetizzava grazie al colore della sua pelle. Io invece ero a mio agio. Colpì il primo krojax con una gomitata al cranio che lo fece sprofondare nel suolo melmoso. Corsi verso il secondo tirando una gran craniata con il mio zuccone contro il suo, e ovviamente il suo quasi esplose. Mi scagliai a ripetizione, come indemoniato su tutti i nemici a portata di colpo, fino all'ultimo. Un solito, potente e mirato gancio al mento, che staccò la testa del malcapitato, schizzando del sangue nerastro dalle vene. Sì, lo feci per il pubblico. Ma solo Billi se ne accorse, perché purtroppo il cavallo dello zoppo (robertfox) era stato ferito gravemente dai krojax, e tutti erano intenti a vedere come rimediare.

"Bistecche". Mai idea fu tanto lieta di essere udita.

Attraversammo la palude correndo a perdifiato, stremati, io Particolarmente, poiché dovetti prendermi robertfox in spalla. Mangiava il ragazzo. Eccome..

Finalmente la serata volgeva al termine dopo mille problemi e nella stanchezza generale di tutti.

Ci fù giusto il tempo di grigliare quel favoloso cavallo cucinato da granc con dei funghi trovati in zona da lyzan, e sorseggiare gli ultimi litri di birra rimasti a disposizione. Il buio si fece avanti. Botark scagliò un altro dei suoi incantesimi di protezione che creò una cupola protettiva attorno a tutti noi. "prima di andare a dormire, però, avvicinatevi a me, ho un altro segreto da raccontarvi. Amavamo tutti quei racconti, ci lasciavano sempre col fiato sospeso. Così, ci stringemmo tutti attorno a Master in attesa, e proprio quando eravamo pronti... Quel bastardo mollò una delle sue scoregge. Una puzza tremenda, tenuta lì da quella cupola di protezione, che rischiava di asfissiarci. "Erano meglio i krojax" esclamai. Andammo a dormire tra le risate generali, pronti, il giorno seguente, a scoprire di più sul nostro destino.


Un bagliore strano nel mentre, emanava la pietra. E con lei, anche il cielo sopra di noi si tingeva di rosso. Qualcosa stava per accadere.

Ci svegliammo all'alba di soprassalto. Il terreno sotto i nostri corpi ancora assopiti oscillava e con lui tutta la vegetazione che ci circondava. La pietra contenuta nella sacca di Botark non aveva ancora smesso di emanare quel bagliore misterioso. Il cielo era tinto di un colore rosso sangue, con sfumature blu e viola scuro che si perdevano all'orizzonte. Sapevamo tutti che quello spettacolo non era sicuramente la suggestiva alba dell'isola.

Ma allora cosa stava accadendo? Il tempo di sistemarsi che un altro scossone ci destabilizzò dandoci la sensazione di far mancare la terra sotto i piedi. Master era già carico, pronto a dare ordini e trovare il principio di tutto ciò. Ci fu silenzio. Il bagliore della pietra si affievolì, fino a spegnersi, facendola tornare come l'avevamo sempre vista prima d'allora.

"Bene direi che possiamo continuare tranquilli ora, é tutto finito" dissi con sicurezza.

Ma come sappiamo la preveggenza non è un mio punto di forza. Infatti dopo pochi secondi un denso fumo nero iniziò ad uscire dal vulcano che dovevamo scalare. Insieme ad esso due enormi ali sbucarono all'improvviso. Erano rosse, di un rosso brillante, che ricorda gli smeraldi che adornano i gioielli delle donne di pietra runica.

Master sbraitava ordini in atteggiamento nervoso mentre quella lucertola tentava di uscire dal vulcano. "Dobbiamo tenerla lì o ci farà a pezzi" questo era il piano che aveva deciso il nostro comandante. Mentre la testa iniziava a sbucare dal cratere, le dimensioni del drago erano più chiare e sempre più sconvolgenti. Aveva una una possente mandibola adornata da denti aguzzi color avorio. Il tempo di vederla e un ondata di fiamme incenerì tutta la vegetazione che incontrò e diede il colpo di grazia alla vecchia abitazione posta quasi sull'orlo del cratere. Grazie agli Dei Master aveva eretto una delle sue barriere protettive, deviando in tempo la ventata di fuoco, che altrimenti ci avrebbe ridotto in cenere.

"No! Le sorelle!" la disperazione di Master aumentò. Vide in frantumi il sogno di scoprire parte del suo futuro e con molta probabilità anche del nostro . Ma bisognava comunque controllare che le sorelle fossero la dentro per averne la certezza. Ora il piano era doppio. Tenere la matrona nel suo oculo e controllare che le sorelle non fossero morte.

Fu un gran lavoro di squadra. Mentre avanzammo, passo dopo passo, notammo un, se pur piccolo, punto di debolezza del nostro avversario. Doveva recuperare energie prima di una nuova fiammata. Era quello il momento in cui era più vulnerabile.

Ci fu un lavoro di squadra egregio, praticamente perfetto, una sincronia di movimenti e azioni da manuale, ma questa volta la battaglia frontale aveva qualcosa di diverso da quelle passate.

Gli insegnamenti sul flusso e sull'uso della magia, impartiti da Botark alla taverna e durante il viaggio, avevano dato i loro frutti. Si attaccava tutti insieme all'unisono combinando lame e incantesimi d'attacco per poi ritirarsi, protetti da scudi e barriere, curandosi l'un l'altro con incantesimi di guarigione, potenziando gli attacchi futuri. Non fu semplice ma dopo ore di battaglia, nel primo pomeriggio, finalmente la matrona si arrese all'ultimo colpo di Feidan. Corremmo tutti a raccattare velocemente qualche scaglia del drago, con l'intento di forgiarci qualche armatura, prima che il vulcano iniziasse la sua azione distruttiva nei confronti Dell'isola. Botark invece se ne disinteressò completamente e fece visita a quelli che erano i resti della casa da lui tanto ambita. A terra giacevano i corpi inermi e abbrustoliti delle sorelle. Lo sconforto lo avvolse. Ma come già successo in passato un maschio Alpha era in arrivo. Bisognava tornare il prima possibile alla nave per evitare la furia del vulcano e riuscire in poco tempo a contrastare l'attacco del drago.

"Dobbiamo tornare alla nave!! E dobbiamo farlo prima che il vulcano ci inghiottisca con la sua lava!!" Era eyeless ora che urlava perché Master era rimasto attonito, in un aurea di silenzio che metteva soggezzione solo a guardarlo.

"Andiamo forza! Robertfox, stupido zoppo, finché non avrai il cavallo a te ci penserò io" dissi caricandomelo in spalla come un sacco di patate. Master ancora non si era mosso di un centimetro. Fissava stranamente il maschio Alpha con sguardo di sfida mentre batteva le sue azzurre ali verso di lui. Tutti noi altri invece, cominciammo la nostra corsa per la salvezza verso la nave, che ci aspettava ancorata poco lontana dalla spiaggia. La corsa contro il tempo ci fece rivivere gli istanti dei giorni precedenti, dai mercoldì ai krojax passando per quei vermoni giganti di cui avevamo fatto indigestione. Eravamo stremati, con i calzari pieni di fango per via di quella viscida palude, che stavamo ripercorrendo in senso opposto. Ma dovevamo farcela.

"Dove c4zzo é master? Ha intenzione di farsi uccidere?" chiese dagomar preoccupato. "Vedrai che starà tramando una delle sue idee" ribatté fiducioso Eyeless.

Dng Master in verità era rimasto immobile. In una fase di stasi. In lui si stava accumulando una carica di rabbia che è paragonabile a quella di un tornado nel pieno della sua forza distruttiva. Tutt'attorno si era sprigionata un aurea nera, ma questa volta non sembrava magia.

Nel mentre, tutti noi, eravamo a ridosso della spiaggia, a poche centinaia di metri dalle scialuppe e dalla nostra salvezza. Il vulcano era sempre più arrabbiato. Stava per esplodere.

Il drago era ormai arrivato a ridosso di Botark, quando, il nostro Taverniere alzò le mani al cielo. Il drago stava spalancando le fauci per divorarlo. Qualcuno di noi si lasciò scappare qualche imprecazione, qualcuno tremava e altri rimasero impietriti davanti a quella scena. Aveva deciso di lasciarsi uccidere? Che piano di m3rda era questo?

Ormai era fatta. Il drago inghiottì Master intero.

"NOOOOOOO" urla di disperazione pervasero i nostri uomini. Io caddi sulle ginocchia, incredulo di tutto.

Il drago invece, ancora adirato, si diresse verso di noi con sete di vendetta. Ora eravamo senza il nostro uomo migliore e senza capitano. E il drago stava per sferrare il suo attacco. Improvvisamente il drago emise un gemito di dolore, un latrato, e un istante dopo la LAMA di Botark sbucò dal suo addome. Compì una rotazione completa aprendo a metà la creatura volante facendola schiantare al suolo. Lui cadde rotolando su una spalla a pochi metri da noi.

"Vecchi bastardi bifolchi cosa vi guardate?? Avevo bisogno di un passaggio".

"Ora però muoviamoci prima che il vulcano finisca la sua opera di distruzione" .

Ci fu giusto il tempo contato per slegare Reddy e saltare sulle scialuppe, anche se in tutti noi c'era una voglia matta di riempire di domande Master. Ma ci sarebbe stato tempo.

Il rumore delle grandi vogate era solo più basso del brontolio del vulcano che stava eruttando. Salimmo tutti sulla nave, sani e salvi, pronti a fuggire da quell'isola maledetta. Master al timone, le vele issate al vento, la birra che scorreva a fiumi nelle nostre gole assetate.


E mentre la Bloody Mary si allontanava con destinazione pietra runica, sullo sfondo l'isola veniva inghiottita per sempre nell'oceano come se fosse stata solo un brutto ricordo.