Jvaar'kar una grande città era,
Risalente alla prima era,
Lei vide migliaia di vite
Pascolare tra le sue radici infinite
Sorgeva nel deserto, erta e assoluta
Di ogni viandante era la via sparuta
Sorta silente dalla sabbia
Gridava trepidante la sua rabbia
Focoso l'animo di coloro che l'abitavano
Conquistavano tutto con il palmo della mano
Agguantando vite e beni
Del panico e terrore gettavano semi
Oh, tu, portatore di ventura
Tieni a mente la sua storia duratura
Mai col tempo essa fu sconfitta
Sul mare del deserto era l'unica palafitta
Se di essa tu ti trovi al cospetto
Punta una mano in pieno petto
Giura solenne la tua sottomissione
Ed in essa troverai rifugio e magione
Jvaar'kar luminosa e bella
Brillante come uno smeraldo, come una stella
Jvaar'kar di notte un ombro manto
Scalderà o spezzerà il tuo cuore affranto
Jvaar'kar di giorno uno splendore
Ma attenzione, chi entra... spesso... muore.