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LA STORIA DI KALAT

UN FIORE SBOCCIA

ANCHE CON IL FREDDO



Un pomeriggio come un altro al porto. C'era chi scaricava le navi e chi cercava di rimediare un po' di cibo dopo una lunga traversata in mare, un po' come facevano gli uccelli dopo una lunga migrazione che si posavano sui moli in cerca delle briciole dei panini lasciate cadere da uno scaricatore in pausa. Kalat si era seduto su uno dei pochi rimasti liberi. Inagibile a causa del mare che aveva rovinato i sostegni. Le sue gambe ondeggiavano sopra l'acqua mentre riposava le chiappe, che tutta Grosten gli invidiava, stanche dopo l'ultima consegna della fattoria "Cavoli e poco altro". Quando sentì un rumore in lontananza, un uomo con spada e scudo che urlava: - EHI, TU! VIENI SUBITO VIA DA LÌ -.

Si alzò di scatto e guardò verso il mare e poi di nuovo verso la guardia cittadina e ancora verso il mare. L'uomo credendo volesse buttarsi in mare per sfuggirgli cominciò a corrergli in contro per fermarlo, ma Kalat si girò verso la guardia e corse più che poté a un metro di distanza si buttò a terra scivolandogli accanto. Il poveretto cercò di afferrarlo ma non fece in tempo. Kal si rialza e ricomincia la sua corsa ma non senza lasciare messaggio: - Non facciamo che non ci si vede più -

Corse a lungo prima di girarsi a controllare se veniva ancora inseguito, quando inciampò su un grosso sasso e capitombolò al suolo. Ormai aveva percorso molta strada e si era ritrovato nella zona più povera della città con case che era più simili a delle baracche. Il sasso imprecò - Per mille puzzole, chi è il citrullo che non guarda dove va? -


Si alzò e vide una bambina che si teneva la testa dolorante: - Scusa, mi sono distratto un secondo e ho fatto un danno - - Puoi dirlo forte vecchio rimbambito! -

- Vecchio? - si guarda intorno - Parli di me? Mi hai visto bene? -

- Si! - gli fa una pernacchia.

- Ma guarda tu se non sei la bambina più adorabile di Grosten! - disse sorridendo. Lei ferma nella sua opinione, gli fa un'altra pernacchia. La guarda e le chiede: - Dov'è tua madre? Perché sei qui sola soletta? -

-La mamma lavora come sempre -

-Ti fa ancora male? -

-Si-

-Che ne dici ti riaccompagno a casa per farmi perdonare? -

-Va bene.- Kalat si gira, si mette in ginocchio e dice: - Il suo cavallo è pronto principessa. -

- Mulo vorrai dire - e si arrampicò sulla sua schiena.

Arrivati a casa della bambina decise di prepararle qualcosa, in assenza della madre ma c'era ben poco: un tozzo di pane, un cavolo e un paio di pomodori ammaccati. Aprì il pane, taglio il cavolo a strisce e i pomodori a fettine sottili. Mise l'insalata e i pomodori nel panino, lo schiaccio per liberare il succo dei pomodori e lo porse alla bambina. - lo so, non è un granché ma spero ti piaccia. - Lei si gettò sul panino come fosse la cosa più buona del mondo.

Finito di mangiare guardò l'elfo e disse: - Non mi va di dormire da sola. Puoi rimanere a farmi compagnia? -

- Certo, rimarrò qui con te fino all'arrivo di tua madre. -

Kalat si sedette vicino al giaciglio della bambina, sui cui si era già sdraiata, e cominciò ad accarezzarle i capelli. Rimase lì fino al mattino meditando ma della madre niente.  Lei svegliò dal letto facendo un rumoroso sbadiglio, subito dopo fu il turno del suo pancino di svegliarsi. - Vieni! Ti porto in un posto pieno di cibo squisito - disse Kal porgendo la mano alla bambina che felice della notizia lo seguì alla taverna.

- Granc è rimasto qualcosa da mangiare per questa bambina? - La sollevò e la fece sedere sul bancone.

- Grazie a te siamo pieni cavoli, ma dovrei riuscire a trovare qualcosa di decente per lei. -

Il cuoco sparì nelle cucine e tornò con un piatto degno di una regina. Lo poggiò sul bancone dove la bambina era seduta a gambe incrociate. E ancora una volta si gettò sul piatto senza fiatare. Intanto Kal e Granc si erano allontanati da lei per parlare.

- La puoi guardare mentre vado a cercare la madre? - disse l'elfo. - Quindi non l'hai rapita dal parco o vuoi forse andare a cercare la madre per chiederle il riscatto? -

- Magari! Con quel che mi paga Sandon! -

- Ti paga? -

- Sì, con sogni e speranze. - - Penso sia accaduto qualcosa alla madre. Ho aspettato tutta la notte che tornasse ma ancora niente. - ribadì Mr. Chiappe d'oro.

- Va, pure. A lei ci penso io. -

-Grazie, Granc -

Tornano dalla bambina e Kalat dice: - Dove lavora tua mamma? -

- Alla giumenta. -  I due si guardano.

- Tu rimarrai qui con Granc mentre io vado a cercare tua madre. -

- No, voglio venire anche io! -

- Non puoi non è un posto per bambini -

- Io voglio vedere... SOB... la mamma! Mi manca... SOB... tantissimo - cominciare a singhiozzare.

Granc lo guarda e dice: - Portala con te, è giorno non dovrebbero esserci problemi. -

- Va bene, ma dovrai fare tutto quello che ti dico. - disse Kal.

- Va bene! - Si pulisce la faccia dalle lacrime e dal cibo e salta giù dal bancone e come se non avesse mai pianto si dirige verso la porta. Kalat e Granc si guardano e capiscono di essere stati fregati.

Al tramonto raggiungono la taverna di Michael si dirigono al bancone e chiedono al barista dove si trova Rachel, la madre della bambina. Lui li squadra e dice: - Chi la stronza? -

- La mamma non è una stronza! - risponde la bambina infuriata.

- Allora avrebbe dovuto inginocchiarsi e su...-

- Basta! Dicci dove si trova e falla finita - lo interruppe Kalat.

- Prova a controllare il vicolo. - sghignazzò.

Uscirono dalla locanda poi andarono verso il vicolo e la trovarono.

Un mare di sangue e un cadavere pieno di lividi irriconoscibile ma non per la bambina che scoppiò a piangere. - MAMMA! - Kal la prese prima che potesse avvicinarsi ulteriormente, la prese in braccio e senza dire niente la portò via tra le lacrime di entrambi. Appena fuori dal vicolo vide i suoi compagni con Michael e sorridendo disse alla bambina: - Avranno quel che si meritano! Fidati di me. - Tornarono al Valhalla dove mise a dormire la bambina dopo aver chiesto un favore a Granc.

L'indomani la notizia degli avvenimenti di della Giumenta avevano fatto il giro di Grosten mentre i due si erano appena svegliati.

- Tesoro, è ora di alzarsi. Abbiamo delle cose da fare -

- Non voglio, non voglio fare niente - l'accarezza e le dice - Lo so che stai ancora male ma dobbiamo trovare un posto per te -

- Voglio restare con te anche io ma devo partire per un viaggio pericoloso e tu hai bisogno di qualcuno che si prenda cura di te senza pause. - la bambina si rimette a piangere e Kalat la abbraccia rimanendo così per una mezz'ora.

Vanno in un orfanotrofio non troppo lontano da lì e si salutano: - Domani verrò a trovarti con una sorpresa. Sai che giorno è domani vero? - - Il 14.- rispose la bambina - Vedrai ti piacerà! -

Va nel bosco e poi alla taverna a controllare se Granc a finito il favore che gli aveva chiesto. Torna in stanza distrutto e si addormenta nel letto.

Torna all'orfanotrofio con le mani piene entra dalle porte lancia i fiori in tutte le stanze in cui vede dei bambini urlando - Auguri! - i bambini cominciano a saltare a destra e a sinistra nel tentativo di afferrare quanti più fiori possibili mentre Kal si avvicina a Iris con un fiore. La bambina soffriva in solitudine la morte della madre seduta su una sedia a fissare il vuoto. - Ti ho portato un dolce fatto da Granc e un fiore. Il fiore più bello della foresta un Iris -


Lei lo guarda, lo annusa e si mette a piangere. Kalat abbraccia la bambina e dice: - Un giorno alla volta. -