VAI ALL'ELENCO DELLE STORIE CLICCANDO SULL'IMMAGINE!

LA STORIA DI SANDON, ED.2.0

DUE FRATELLI


Due ragazzi camminavano insieme per le campagne di Abelel sotto il sole del primo pomeriggio. Il più grande era quasi biondo, alto, spalle larghe e quello più giovane era castano, quasi altrettanto alto, magro. Erano molto diversi, ma guardandoli con maggiore attenzione, da vicino si coglievano somiglianze inaspettate. La forma del viso, gli stessi occhi ed il modo canzonatorio di sorridere quando si prendevano in giro l'un l'altro.


“Vieni pollastro?” disse il più grande. L’altro non rispose ma accelerò il passo.


L’estate stava quasi per cominciare e dai cespugli ai bordi del campo arrivava profumo di maggiorana. Ma i due ragazzi non si erano fermati ai bordo del campo. Il più grande, raggiunto il tronco di un vecchio ciliegio, aveva aiutato l’altro a salire per poi stendere un telo a terra. Il minore era salito agile come una donnola tra i rami iniziando a buttare giù ciliegie mature… o almeno, quelle che non gli scivolavano in bocca tingendogli le labbra di rosso.


“Sbrigati a raccoglierle, se Lahar ci vede slega i cani e...ehi, non mangiarle tutte tu!”


“Vuoi salire tu al posto mio Atti? Così col tuo culone rompi direttamente i rami e facciamo meno fatica...”


Il grande non aveva bisogno di alzare lo sguardo tra i rami per capire che le parole erano accompagnate da un sorriso di scherno del fratello e sorrise a sua volta. Poi disse risoluto “Piantala Sandon. Facciamo in fretta ed andiamo via prima che ci vedano.”


Guardava verso la fattoria del Signor Lahar, proprietario del campo e del ciliegio, in attesa di un segnale di pericolo.


Razziarono sistematicamente i rami più bassi riempiendo il telo di ciliegie rosse e rosate e poi cominciarono con quelli più alti. Sandon aveva puntato un gruppetto di ciliegie lucenti in cima ad un ramo lungo. Tendeva tutto il corpo per afferrarle...quasi arrivava a toccarle con la punta delle dita, mentre il vento faceva oscillare i rami e le foglie disegnando ombre mutevoli sulla pelle del suo braccio. Ancora un centimetro...forse meno...


All’improvviso si sentì un abbaiare lontano e confuso provenire dalla casa del Signor Lahar. Qualcuno stava per uscire ed i cani smaniavano per accompagnarlo.


Atti richiamò il fratello con decisione “Quello che hai preso hai preso, scendi!”


Sandon guardò un’ultima volta le ciliegie appena fuori dalla sua portata. Poi si fece scivolare sui rami fino a terra, dove Atti finiva di raccogliere il telo pieno di ciliegie “Allora corri o no? Vuoi incontrare la Dea?” disse Atti senza guardarlo mentre annodava il telo.


Fuggirono veloci attraverso i campi, oltre il fosso ed al di là della collina, fino al rudere della fattoria dei Dagan, quartier generale delle loro scorribande. Il Signor Lahar non li aveva visti rubare ma presto avrebbe trovato il suo ciliegio depredato ed allora...era bene essere già lontani.


Giunti nel loro rifugio aprirono il telo ed iniziarono a riempirsi la bocca di ciliegie succose sputando i noccioli. Presto diventò una gara a chi li sputava più lontano.


“Guarda e impara...”


“Uh. Hai solo avuto fortuna. Ora tocca a me...”


Atti sputava con forza, quasi con rabbia. Erano giorni che covava qualcosa e Sandon faceva finta di nulla, semplicemente aspettava. Finalmente Atti tra una ciliegia e l’altra iniziò a parlare.


“Hai sentito il maestro. So leggere, scrivere e conosco ciò che è nascosto. La scuola è finita per me.”


Sandon fece spallucce “La mattina aiuterai papà invece di tirare sassi alle finestre, allora.”


“No… al solstizio sarò chiamato e sceglierò la Via...” Atti masticò un’altra ciliegia e ne sputò il nocciolo con forza, rabbuiandosi. “...è quello che tutti si aspettano da me, no?”


Sandon percepiva quella terribile necessità prima ancora di capirla. Sentiva l’orgoglio del fratello per essere stato scelto ma anche la sua rabbia. Non aveva parole per descrivere tutto questo. Cercò di scherzare.


“E quante storie per un piccolo lamih… se va male vorrà dire che la farai seduto come le donne…” disse e si accovacciò facendo un’espressione assurda, poi strabuzzò gli occhi. Ad Atti venne da ridere


“Piccolo saputello” disse Atti fingendo di arrabbiarsi. “E a te chi ha raccontato tutte queste cose?”


“Tu. E Melq. E poi magari te lo fanno tenere e ci fai un ciondolo. Uno piccolo però…”


Atti si alzò, fratello o no quell’offesa andava sistemata. “Adesso ti ammazzo.”

Dopo un paio di tentativi a vuoto lo afferrò ed iniziarono ad azzuffarsi, ma nel corpo a corpo non c’era storia ed alla fine Atti immobilizzò Sandon schiacciandolo a terra.


“Rimangiatelo. SUBITO!!”


“Coff coff. MAI!” sibilò testardo Sandon schiacciato dal peso del fratello.


“E allora” disse Atti seduto sopra il fratello con tono solenne “ti nomino sgabello reale. Allenati con me, ti toccheranno le chiappe di re Tidelag.”


Sandon gli rispose con voce strozzata “Meglio del tuo culone.”


Atti non riusciva a restare arrabbiato a lungo col fratello e finì per liberarlo. Gli tirò giusto un cazzotto ben mirato ad una spalla mentre si alzava, come avvertimento. Sandon si massaggiò la spalla dolente e rinunciò a provocarlo ancora...per il momento. Si sedette vicino al fratello ostentando indifferenza. Rimasero vicini ma in silenzio per un po’ mangiando le ciliegie che avevano rubato assieme. La verità è che Sandon si sarebbe gettato nel fuoco se solo suo fratello Atti glielo avesse chiesto. La verità è che Atti sarebbe andato a riprendere Sandon in mezzo a quel fuoco.


Finite le ciliegie ripiegarono il telo vuoto e presero la strada per tornare a casa. Dopo un po’ fu Sandon a cercare di dire qualcosa


“Sai...non devi farlo per forza se non vuoi…è già successo in passato, ricordi?”


Atti si fece pensieroso. Poi gli rispose serio “Davvero non capisci? Se io rifiuto chi credi che sarà chiamato?”


Non ci fu bisogno di dire altro. Entrambi erano educati nella Via e conoscevano la risposta a quella domanda.


L’estate stava per incominciare ed i due fratelli camminavano vicini attraverso la campagna di Abelel diretti a casa. Sarebbe stata l’ultima estate che trascorrevano insieme.


TORNA ALL'ELENCO