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"Preda del deserto" Racconti del Mare delle dune

 



Quando camminerete su onde di sabbia, ed il sole cuocerà le vostre carni, mentre un vento caldo soffocherà i vostri aliti di vita, vorrà dire che sarete giunti nel mare delle dune de "Il deserto selvaggio".

Mi ritrovavo spaesato, confondevo le direzioni della rosa dei venti, non sapevo più orientarmi. Erano giorni che camminavo, lasciando orme su un suolo che nell'arco di pochi istanti avrebbe mutato, scosso dalle sferzate del Ghin, il vento caldo che nasceva nel sole e cadeva sulle lande con l'impatto, sugli uomini, di una meteora. Ero disidratato, sentivo le morse della fame... a breve probabilmente avrei potuto salutare i miei cari nell'oltremondo.

Ero partito settimane prima con una piccola carovana. Io commerciavo spezie, di quelle che si trovavano solamente nei campi della Valle Smeraldo, quelle che crescevano su alberi rigogliosi, rinfrescati dai ruscelli e dai fiumi che ne percorrevano i terreni... Quanto avrei dato per bere... Qualsiasi cosa... La mia destinazione era Umajaaak'ar, nel territorio a nord del deserto. Avrei dovuto percorrere la catena montuosa che circondava Le Grandi Pianure, per poi addentrarmi solamente di qualche miglia in quel maledetto barbecue vivente. Là avrei incontrato Miag'tukl, il commerciante Felix... Il grande e divino Toras solo sapeva quanto a quei dannati gatti piaceva il trito delle nostre sementa...

Fatto sta che il viaggio andò tutto liscio, finché non ci addentrammo in quel dannato deserto.

Eravamo partiti in quattro, e per fortuna, quella volta, i mei cari avevano deciso di non seguirmi. Era il periodo della divinazione, quello in cui i sacerdoti si riunivano e mostrano la via agli adepti. Quel giorno, mi ritrovavo solo, i corpi dei miei compagni, e dell'asino da soma, erano ormai divenuti cibo per la sabbia. Iniziò quando lasciammo la strada principale oltre il valico, avremmo solamente dovuto mantenere la direzione, ma probabilmente qualcosa andò storto. Trovammo un laghetto, sembrava rigoglioso e in fiore, ci abbeverammo, cibammo di bacche, e decidemmo di percorrere la valle. Negli altri viaggi non avevo mai trovato nessun fiume e nessun lago, questo lo tengo a precisare.

Dopo esserci rifocillati ci rincamminammo, finché il passo divenne sempre più pesante, l'aria afosa. Ci spogliammo dei nostri vestiti, ci sciacquammo con l'acqua del fiume, finché dopo ore di marcia non c'imbattemmo nuovamente in un altro specchio d'acqua circolare. Secondo i calcoli che avevamo effettuato avremmo già dovuti essere arrivati a destinazione...

Ci riposammo, aspettammo il giungere del nuovo sole, ed un poco affranti ripartimmo. Il giorno parve tale e quale a quello precedente, seguimmo il fiume, e all'imbrunire facemmo tappa in un altro lago. Fu così anche il giorno successivo, quello dopo, e quello dopo ancora... finché non ci accorgemmo... che sulla sponda di quel dannato bacino v'erano le stesse canne, le stesse piante, le stesse forme che vedevamo tutti i giorni, da quando avevamo toccato per la prima volta la sabbia! Stavamo girando in cerchio? Ma com'era possibile? Da dove nasceva quel fiume, e dove sfociava?

Il morale fu completamente destabilito... Chi parlava di una maledizione, chi di un sortilegio... fatto sta che m'impuntai e gridai: <Finiamola con queste fesserie!!! Siamo mercanti devoti al Dio Drago, nulla può fermarci!>

"Nulla"... se solo penso oggi a quelle parole, mi viene voglia di strapparmi ogni singolo pelo dal corpo.

Camminammo, e lo facemmo ogni giorno, uno dopo l'altro, finché i primi frutti del seme della follia non incominciarono ad apparire sul volto dei miei amici.

L'ira ed il terrore avevano preso sopravvento, uno a uno lasciarono la carovana per cambiare la destinazione, uno a uno non li rivedetti mai più...

Non saprei bene dire quanto tempo passò, ma un giorno, finalmente, qualcosa mutò. Al sorgere del sole vidi come un ombra sulla soglia ondosa dell'orizzonte, pensavo che pure il mio cervello stesse dando di matto. Non era un allucinazione, però, no che non lo era...

Era una donna, dannazione quanto era alta, ammantata di tutto punto da un capo di pelle. Il colore della sua carne era come quello dell'ebano, gli occhi scuri non avevano pupilla né retina, erano mandorle incave e profonde come la notte.

<Ti sei perso nella mia casa viandante...> La sua voce pareva provenire da un altro luogo, non era umana, no che non lo era...

<Chi sei tu?>

<Saresti disposto a fare qualcosa per me per portare a casa la vita?>

<Certo, dimmi come fare...> Non persi nemmeno un istante, se quella fosse stata un opportunità l'avrei colta al volo.

<Lascia qui il tuo carro e cammina in quella direzione>. Indicò il sole che sorgeva. <Tornerei ai monti, il fiume ti accompagnerà nella giusta direzione questa volta>.

Non mi chiesi nemmeno come potesse mutare un fiume...

<Chi sei?>

<Quando avrai fatto ritorno a casa manda altre spedizioni qui, invia più uomini possibili. Diverranno parte del deserto, si eleveranno a esseri superiori.>

<Ma moriranno!! Questo dannato deserto è un cimitero per quelli della mia razza!!!>

<Fai quello che ti dico...> Si volatilizzò nell'aria...

Oramai non avevo nulla da perdere, feci come mi era stato ordinato. Camminai verso il sole, e dannazione il fiume era al mio passo!!! Giunsi alle montagne e feci un enorme respiro, sentivo la speranza... Dopo pochi giorni di cammino riconobbi le terre natali. Potei salutare i miei cari... ma... ogni notte, rivivevo nei mei sogni l'incontro con quella donna. Allora organizzai viaggi, come lei aveva chiesto, e uomini partirono alla volta del deserto. Questo accadde per anni e anni, e mai nessuno tornò...

I miei cari invecchiarono, ed io li seppellei, pure i miei figli. Come poteva il tempo non solcare la mia pelle? Quale maledizione mi aveva inflitto quella donna!?

Ne parlai coi sacerdoti, ed ovviamente mi rinchiusero in una cella... Da allora scrissi, di tutto quello che mi era successo per avvisare i viaggiatori!! Finalmente, oggi, la mia pelle sta divenendo grinzosa... Spero di diventare presto polvere. In un modo o in un altro, il deserto richiama sempre ogni sua preda...