Questa narra dell'isola un'antica storia
Di quando era all'apice della sua gloria, persa nella memoria
Tempi oscuri per alcuni ma per altri gloriosi
La salvezza dei più, non dei timorosi, mirata solo ai rivoltosi
Un condottiero il suolo regnava
La conquista del Dwailinar egli bramava, e decantava
Dei cieli lui figlio era stato degno
Ma da altri era scansato con sdegno, ritenuto come da pagare un pegno
Perché quel popolo misero da millenni lo venerava
e lui al suo pari lo amava, e con la sua schiera guidava, ammaliava
Redenzione e salvezza dei suoi figli erano lo scopo
Perché del padre non voleva far lo stesso gioco, e lo mise al giogo
Ma come il cavallo vile nell'antica memoria
Un mostro riuscì a tendergli un imboscata, cambiando la storia
Da millenni di fiamme e ardore questo era forgiato
Il suo potere illimitato, incontrastato
In una sola notte esso cambiò il destino
Rendendo il capo del condottiero chino, un manichino
Rinchiuso dalle porte del destino e del tempo
Bramando vendetta rantolò nel fallimento, marcendo, ma aspettando il momento
Nel quale il suo cuore avrebbe ripalpitato
e allora... quanto sangue avrebbe versato, alla sua causa immolato
Il ritorno e i fedeli gli avrebbero donato il potere
Di staccare la testa del mostro e del mondo fare un cratere, avrebbe fatto vedere
Alla sua razza un tempo come fraterni amata
La via più oscura della vendetta, la loro intera creazione sterminata, consumata
Questa è la storia del redentore
Potema si dice fosse il suo nome, il salvatore
Nei libri antichi la sua storia era intinta
Tempi ancestrali, dimentichi, dalle guerre cinta
Un giorno in futuro lui sarebbe tornato
E le catene degli Dei avrebbe spezzato, dilaniato
Gloria a Potema, Gloria al Signore!!
Gloria a colui che i malvagi metterà in croce! Col suo potere atroce!
Ritorna dalla gabbia nostro redentore!!
Del mondo e dei nemici diventa padrone!! Distruttore!!
Gloria a Potema, Gloria al Signore!!!
Il sangue dei giusti ti darà ardore!! Gloria a te, Signore!!!